Volete bene a Bambi? Non toccatelo
Il contatto con l'uomo potrebbe essere letale per i piccoli cervidi
L'aumento delle consistenze delle popolazioni di cervidi e l'espansione sul nostro territorio delle popolazioni di questi ungulati rende sempre più probabile l'incontro con questi abitanti dei boschi. In questo periodo, inoltre, può capitare di trovare piccoli di cervo, daino e capriolo inermi ed apparentemente abbandonati dai genitori tra l'erba o i cespugli. Molte persone, desiderose di aiutare questi animali potrebbero essere tentati di portarli via o anche semplicemente di accarezzarli commettendo un grave errore: chi raccoglie i piccoli di queste specie nella convinzione di salvarli in realtà li costringe ad un'esistenza in cattività o spesso ne causa la morte. Infatti, una volta sottratti al loro ambiente naturale, questi giovani animali rischiano di soccombere a causa del forte stress alimentare e comportamentale a cui sono sottoposti, e comunque, anche se raggiungeranno l'età adulta, difficilmente saranno in grado di vivere autonomamente, in quanto non hanno acquisito dai genitori le tecniche necessarie per procurarsi il cibo e difendersi dai predatori.
E' necessario sapere che nelle prime settimane di vita il piccolo di capriolo passa poco tempo con la madre, la quale si avvicina solo per allattarlo e si allontana al primo segnale di pericolo e non tornerà da lui fino a quando non si sentirà sicura; il piccolo è protetto esclusivamente dalla sua totale mancanza di odore e dal mimetismo conferitogli dai colori del mantello e dall'assoluta immobilità. Questo comportamento è adottato anche da altre specie selvatiche per sfuggire alla predazione. Ogni volta che si incontra un piccolo di capriolo non lo si deve perciò né toccare né spostare, perché le stesse mani lo contamineranno con il nostro odore, privandolo di un importante mezzo di difesa.
Il capriolo, come le altre specie selvatiche, non è un animale domestico, è privo di quelle caratteristiche di docilità, adattabilità, confidenza con l'uomo che contraddistinguono gli animali da compagnia come il cane ed il gatto.
Questi cuccioli, resi temporaneamente "affettuosi" dal nostro quotidiano contatto, una volta adulti possono assumere dei comportamenti aggressivi, diretti anche contro l'uomo stesso, per motivi territoriali e sessuali, tali da renderli pericolosi; hanno inoltre esigenze comportamentali ed ecologiche che non si addicono alla vita in piccoli spazi, quali il giardino o piccoli recinti.
Dell'aumento dei cervidi e delle ricadute gestionali per il territorio si è parlato in un incontro tenutosi ieri sera presso l'Aula Magna della Provincia all'ISII Marconi organizzato dall'Assessorato provinciale all'Agricoltura ed alla tutela faunistica con le commissioni tecniche degli ATC e le figure abilitate alla gestione faunistico-venatoria di queste specie: spazio è stato dato all'illustrazione degli andamenti delle popolazioni sul nostro territorio ed ai diversi aspetti legati alla presenze di queste specie.